L'INTERNAZIONALE*

1914: l’Italia non è ancora in guerra, ma in Europa muoiono già migliaia di giovani.
La bella Mignon Floris, canzonettista apparentemente spensierata, avvisata delle difficoltà che potrebbe avere con il suo repertorio di canzoni internazionali da parte del suo manager-amante, non sembra minimamente interessata; la sua attenzione è tutta rivolta…ad una cartina geografica dell’Europa appena entrata in guerra.
Quando poi arriva un commissario di polizia, accusandola di essere una spia al soldo del nemico, Mignon non può non aprire il suo cuore e svelare il segreto che cova ormai da molte settimane.

progetto ‘BRACCO’
Virus Teatrali
“L’INTERNAZIONALE”

atto unico di ROBERTO BRACCO

 
adattamento | regia
GIOVANNI MEOLA
 
con
Sara Missaglia
Luca Di Tommaso
Luigi Credendino
Simona Pipolo

costumi
ANNALISA CIARAMELLA
scenegrofia
ARMANDO ALOVISI
ass.te alla regia
SERENA RUSSO
foto di scena
ALESSANDRO PONE
 
durata | 70’ ca.
debutto | Ottobre 2014 (Galleria Toledo-NA) 
collaborazione alla produzione | Le Pecore Nere

Roberto Bracco, napoletano, intellettuale di caratura mondiale tra fine Ottocento ed inizio Novecento, candidato al Nobel (ma non dall’Italia), rappresentato nei teatri di tutto il mondo.
Poi, il fascismo, il rifiuto di aderire, la censura imposta dal regime.
L’oblio.
Oggi, il ritorno sulla scena di un autore dimenticato.
E il ritorno sulla scena, a cent’anni esatti di distanza, di una commedia agrodolce (o meglio, di un dramma mascherato) con un personaggio assai significativo e pieno di sfumature, creato grazie alla moderna e personale visione dell’universo femminile di Bracco, qui abbinata al suo antimilitarismo pacifista che contribuì a renderlo negli anni un’icona per molti, compresi Viviani e una giovanissima AnnaMaria Ortese.
Oggi, molti uomini di cultura non conoscono né l’opera né l’epopea umana ed intellettuale di Bracco ed è arrivato il momento di provare a restituirgli vita, almeno sulle scene.

estratti Rassegna Stampa
“Il regista, nel suo allestimento, ha puntato soprattutto su un dettaglio: un’enorme carta d’Europa, che i personaggi usano come tappeto, tiro alla fune o lenzuolo al cui interno avvolgersi e nascondersi.
Intuizione che regala moderna sintesi ad un testo già di per sé attuale.
La regia serra la vicenda e si affida al talento degli attori ma più di tutto colpisce la maturità emozionale con cui la Missaglia restituisce i travagli interiori della protagonista, mai sulle righe e con una misurata intensità espressiva che quasi vela il fascino della sua notevole presenza scenica.”
(Corriere del Mezzogiorno-Corriere della Sera)
 
“Giovanni Meola, nel decidere di rimettere coraggiosamente in scena quest’autore dimenticato e quasi mai più rappresentato da tanti decenni, ha intelligentemente puntato su una regia molto attenta ai rapporti tra i personaggi in campo, assistito dalle interpretazioni attente ed intense dell’intero cast. Il regista ha poi puntato sull’essenzialità dei segni portati in scena (dall’enorme cartina dell’Europa che si trasforma e vive, di fatto, con i personaggi, alle lampadine-lampade votive, fino ai costumi che sembrano atemporali pur rimandando ad un’epoca precisa) firmando un allestimento di notevole eleganza ed emozionante impatto.”
(Il Roma)
 
“Meola, regista dello spettacolo, arricchisce il discorso drammaturgico di Bracco di numerose suggestioni e si avvale di un cast pienamente in parte che sostiene il ritmo della pièce con naturalezza e garbo.
Sara Missaglia caratterizza Mignon sin nei minimi particolari, senza tradirsi mai.
E, a cento anni dalla sua prima messa in scena, la messinscena riesce su tutti i fronti e viene premiata dal pubblico con calorosi applausi.”
(C’è Vita Su Marte.it)
 
“L’Internazionale torna in scena a distanza di cento anni esatti dalla sua stesura grazie all’intuizione e all’eccellente lavoro del regista Giovanni Meola.
L’interessante opera è stata accompagnata da una rappresentazione tenuta costantemente ai massimi livelli grazie alla bravura e alla tensione degli attori che si sono calati perfettamente nei loro personaggi.
Espressivi e intensi in ogni momento.”
(Eroica Fenice-Paper Blog)
 
“Meola, talentuoso e colto regista partenopeo, con questo spettacolo porta alla conoscenza del pubblico un pezzo di storia nostrana, forse troppo sconosciuto per la sua reale importanza.
“Un dramma travestito da commedia”, come afferma egli stesso.
Il regista si circonda di un cast indovinato e sceglie una colonna sonora attinente e affascinante. Un’opera degna di interesse artistico e storico, che fonde nel migliore dei modi arte e recupero di una storia poco conosciuta ma degna di approfondimento.”
(Iamnaples.it)
 
“Il regista porta in scena un’enorme cartina geografica dell’Europa bellica che diventa in pratica il quinto personaggio.
Gli attori utilizzano questa enorme coperta europea come oggetto da ripiegare, da coprire, da indossare.
In realtà la protagonista ne fa una seconda pelle.
L’Europa distrutta, spiegazzata, rivoltata è in guerra.
I due amanti in lotta rappresentano due ideologie, il braccio che li lega riesce a dividerli, ad unirli, riesce a tendere due mondi, in una sorta di danza macabra.”
(Dramma.it)
 
“Nella sua interpretazione, Sara Missaglia offre al pubblico una Mignon immersa in fitte sequenze emotive ininterrotte.
Vive tra sogno e realtà in una prigione invisibile, domina gli altri personaggi con la sua ragionevolezza e trascina lo spettatore nel suo mondo reale anche se può apparire puerile per chi vive nello sfarzo, corteggiata da tanti.
Lo spettacolo è una pagina di teatro raffinato con una regia vivace e priva di fronzoli e gli attori sono stati indotti dal pubblico a tornare più volte in proscenio per riceverne i meritati applausi.”
(Il Mondo di Suk.com)
 
“Lo spettacolo è frutto di un lavoro di studio che Meola ha condotto con passione e attenzione su Bracco e le sue opere, con l’intento di riportare alla luce la figura del drammaturgo napoletano oggi purtroppo misconosciuto, ed è la prima tappa di un ‘progetto-Bracco’ che il regista intende meritoriamente realizzare nel corso delle prossime stagioni.”
(Padova News)
 
“Interessante e significativa l’interpretazione offerta da Meola che, come già dimostrato per il suo cinema, gioca sul simbolo, sul ‘non detto’ e sul ‘lasciato intuire’; a partire dalle lampadine ai piedi di Mignon che sostituiscono persone in carne ed ossa, alcune fulminate, altre accese, passando per la carta geografica dell’Europa appena entrata in guerra, vera protagonista della scena in alcuni momenti, fino ad arrivare alla trama efficace delle dinamiche tra i personaggi.”
(Il Levante online)
 
“Mignon è una donna dallo spirito e dai modi indipendenti che persegue i propri obiettivi con una sincerità che offre e auto-svela per prima a se stessa. Per questo potrà accogliere le gelosie dell’uomo che attualmente ama e sostenere un interrogatorio con annessa violazione di ciò che le è più caro, la propria libertà. 
Sono molti i livelli di senso (artistici, politici, morali) nel testo di Bracco e non è un caso che questo lavoro sia riproposto da una compagnia ‘indipendente’, Virus Teatrali, che sviluppa i suoi lavori in modo ‘socialmente politico’.
(LinkAzzato.it)
 
“Le scelte registiche de L’Internazionale sono volte ad una cura attenta dell’estetica, grazie a costumi pregiatissimi di un tempo andato che, anche solo alla vista, comunicano leggerezza e morbidezza al tocco.
Altrettanto splendente la protagonista, una Sara Missaglia al suo massimo, perfetta nella dizione, nei gesti e nella misura, sensuale e languidamente triste, di una tristezza pietosa ma allo stesso tempo algida al punto da rappresentare perfettamente il personaggio di una canzonettista, Mignon, che un tempo cantava spensierata e ora attende, ancora e ancora.”
(My Generation Web)
 
“L’Internazionale ha la forte radicalità dello sguardo di Bracco e anche per questo va dato atto agli interpreti di questo dramma, da Sara Missaglia (una dolce Mignon, restituita con sacro candore) a Luca Di Tommaso (un Renzo misurato e convincente), ai bravi Luigi Credendino e Simona Pipolo, nonché al regista Meola che ha giustamente collocato la vicenda in una dimensione atemporale, di aver proposto un’operazione coraggiosa ed intelligente che ci consente di riscoprire un teatro vivo che non ha mai smesso di parlare alle nostre coscienze.”
(Napoli Monitor)
 
“Da un’oscurità non attenuta emerge una Mignon austera nel suo minimalismo; veste abiti neutri dal taglio senza tempo e sulle spalle ha quello che, a prima vista, sembra un mantello ma che le luci sulfuree di una moltitudine di flebili lampadine elettriche poste sull’assito rivelano essere una carta geografica dalle dimensioni ‘geologiche’.
Dopodiché, eccola intonare una delle sue canzonette.
È un inizio sorprendente ed efficace che personalizza la commedia mostrando la cantante alle prese col suo repertorio; nel testo originale, infatti, non è mai prevista una sua performance canora e le sue doti possono solo essere intuite leggendo tra le righe.”
(Pickwick.it)
 
“La protagonista, interpretata da una mirabile Sara Missaglia, è come isolata da ciò che la circonda, e incomunicabilità ed incomprensioni che si creano con gli altri personaggi ne palesano e accentuano la solitudine. L’interprete dimostra una bravura notevole non solo nel caratterizzare Mignon ma anche nell’accompagnare il ritmo incalzante del dramma, che parte a rilento, in un’atmosfera trasognata, per accelerare e culminare in un climax travolgente.
Suggestivi i costumi, tutti giocati su toni sbiaditissimi, che rendeno gli attori simili a fantasmi, apparizioni di un passato che può farsi ancora presente.”
(Quarta Parete)
 
“Nessuno più ricorda Roberto Bracco. Eppure il drammaturgo fu famosissimo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e fu anche in odore di Nobel, anche se la sua candidatura, negli anni ’20, non fu avallata dal governo fascista. Oggi però qualcosa si muove e Bracco torna finalmente in scena, applaudito al teatro Galleria Toledo di Napoli, grazie alla compagnia Virus Teatrali e al regista Giovanni Meola.
La bellezza dei costumi e la comicità di alcune parti, soprattutto con l’entrata in scena del personaggio del Cavalier Aprile, che strappa più d’un sorriso al pubblico, rendono assai godibile lo spettacolo.”
(TeatriOnLine)
 
“Meola ricostruisce alla perfezione drammaticità del testo, ambientazione, atmosfera, con un valente cast d’attori che conquista il folto pubblico, numeroso ad ogni replica, di Galleria Toledo.
Cucito su misura per Sara Missaglia, il ruolo della chanteuse Mignon è interpretato con passione, grazia, misura, tempi eccellenti, mimica straordinaria.
Suggestiva ed emblematica la cartina d’Europa che giganteggia in scena, arrotolata/dispiegata/spiegazzata/riposta con cura dalla bella Mignon che ha fatto perdere la testa a tanti uomini ma che ora piange ad uno ad uno e le cui lacrime sono una critica spietata delle guerra e della sua inutilità.”
(NapoliNews.org)
 
“La Mignon della rielaborazione scenica di Meola di frivolo non conserva nulla e giganteggia sulla scena sin dal principio, sin da quando maestosa, come la divinità greca da cui prese nome il nostro continente, si avvolge, come fosse una stola, in una enorme cartina geografica dell’Europa e ci scruta, conservando nello sguardo una consapevolezza ambigua e terribile allo stesso tempo, quella consapevolezza che, senza enfasi ed eccessivi effetti sentimentali, svelerà al pubblico nel bellissimo monologo finale.”
(Corriere Spettacolo.it)
 
Foto di Scena