L'INFAME

PREMIO ‘ENRIQUEZ’ 2008
(per la DRAMMATURGIA CIVILE)
PREMIO ‘GIRULÀ’ 2007
(per il miglior progetto di ‘Teatro per Ragazzi e con i Ragazzi’)
PREMIO ‘A.LANDIERI’ 2012
(‘Miglior Testo Originale’)
 
XL ed. SETTEMBRE al BORGO-2010
 
“Strana storia chella d’ ‘e contranomme: mò nun ero cchiù Mazza ‘e Scopa,
mò ero addiventato l’INFAME !
E tutto pecché avevo cagnato clan.”
 
Un pesce piccolo, un camorrista di piccolo calibro, tradisce il suo clan originario poi quello al quale era passato, infine si pente e denuncia i compagni di malavita, diventando così INFAME due volte.
Un monologo in napoletano sulla figura di un camorrista minore, anomalo, un criminale di piccolo taglio che parla, parla, parla e tradisce, che svela ad un magistrato anni di trame malavitose convinto di poter continuare a fumare, il suo vizio ma anche, a suo dire, il suo unico grande pregio.
Ma purtroppo per lui, nessun magistrato può concedere una tale contropartita ad un criminale.
Un illuso.
Mazza ‘e Scopa, pentito sui generis, rivela un mondo fatto di violenza e normalità negata, un mondo nel quale tutti hanno un soprannome, ‘nu contranomme, più o meno eccentrico, più o meno minaccioso, più o meno ridicolo.

Virus Teatrali
“L’INFAME”
 
testo | regia | spazio scenico 
GIOVANNI MEOLA
con
LUIGI CREDENDINO
 
costumi | scenografia
ANNALISA CIARAMELLA
 
voce registrata fuori campo                               
LUCIANO SCATENI (giornalista RAI)
durata 55’ ca.
debutto | Gennaio 2003
testo sottoposto a tutela SIAE 

L'INFAME è uno spettacolo nato all'interno di un progetto durato dieci anni, 'TEATRO & LEGALITÀ', per poi staccarsene e percorrere una strada del tutto autonoma e soprattutto molto longeva, rimanendo ininterrottamente in scena per dieci anni esatti.
Nella stagione 2015-'16 farà il suo ritorno in scena all'interno del prestigioso cartellone del 30ennale di vita di Sala Assoli a Napoli, debuttando così nella città del regista, dell'interprete e della compagnia stessa dove, incredibilmente, non aveva ancora debuttato ufficialmente nonostante le quasi 150 repliche complessive dalla sua nascita ad oggi.
Questo monologo ha girato l'Italia, venendo rappresentato in molte regioni e in teatri, spazi e luoghi diversi.
Lo spettacolo ha partecipato alla XL edizione di 'Settembre al Borgo' ed ha vinto il Premio Enriquez 2008 (premio per la Drammaturgia Civile), il Premio Girulà 2007 e il Premio Landieri 2012 (Miglior Testo Originale).
L'INFAME è stato l'unico lavoro teatrale ospitato sulla Nave della Legalità (nel 2010), organizzata dal Ministero dell'Istruzione, per commemorare le figure di Falcone e Borsellino, ed è andato spesse volte in scena in collaborazione con l'ass.ne nazionale Libera di don Ciotti.
Il testo è ospitato, assieme a LO SGARRO (altro testo di G.Meola), nel sito di teatro Bibliocamorra.
L'INFAME è stato proposto a numerose platee studentesche (scuole superiori e terze medie) di tutta Italia.
 
Sotto, il commento post-visione di uno dei magistrati più impegnati nella lotta contro la criminalità organizzata, il giudice a latere del processo 'Spartacus' (il primo maxi-processo contro la camorra dei casalesi), che ci ha voluto comunicare in questo prezioso modo il suo personale punto di vista su come lo spettacolo abbia saputo affrontare la figura e la personalità di un pentito nell'atto di conferire con il suo magistrato di riferimento.
 
dott. Raffaello Magi:
“Spesso, nei nostri Tribunali, si ricostruiscono storie senza poter guardare negli occhi le persone che quelle storie hanno vissuto; quelli che chiamiamo 'dichiaranti' raccontano i fatti dando le spalle ai loro ascoltatori.
I giudici si sono abituati a riconoscerli dal timbro della voce, e anche da quel timbro cercano di ricavare un volto, un’espressione, un’idea di sincerità o falsità di quanto dichiarato.
Il testo di Giovanni Meola, “L’Infame”, restituisce con assoluta pienezza un volto a quelle ombre.
La cifra espressiva, unita alla, mai banale, rappresentazione del ‘percorso emotivo’ della scelta di rottura dell’omertà, ha momenti di rara efficacia, emozione e coinvolgimento.
L’attenzione alla genesi dei ‘contronomi’, poi, è il canovaccio che consente di dar vita ai profili criminali e umani dei compagni di viaggio dell’infame, al contempo svelando le ricorrenti ‘disattenzioni’ di chi lo interroga.
Sullo sfondo, le tragiche dinamiche di guerra di cui continuiamo, da anni, ad occuparci.”

estratti Rassegna Stampa
“La scrittura di Meola plasma personaggi che graffiano l’anima, come il pentito Mazza ‘e Scopa (il talentuoso Luigi Credendino) che, in un intensissimo e serrato monologo, ripercorre davanti ad un immaginario magistrato le tappe della sua personale discesa negli inferi della malavita.”
(Napolipiù)
 
“Un mondo surreale (o iperreale ?) dove nessuno ha un nome e un cognome, ma solo ‘nu contranomme: il testo di Meola è il racconto antico di un dramma moderno, nel quale Credendino incede con i movimenti di una marionetta, di un Pulcinella cacciato dalla commedia dell’arte.”
(il Giornale di Caserta)
 
“Spettacolo forte, ricco di contenuti, che pone l’uomo al centro della scena e ne svela le debolezze, ma anche il bisogno di dialogo e di riconciliazione con se stesso per essere considerato prima di tutto un essere umano e non solo un mezzo di prova.”
(Bari Sera)
 
“La regia si libera dagli stereotipi dettati dal buonismo ipocrita e mette in scena una realtà dettata dalla disperazione, liberata dal più profondo del corpo magro e scarno del pentito, interpretato dallo struggente Luigi Credendino, che sorride teneramente quando parla del fratello fornaio, l'unico della sua famiglia estraneo al mondo malavitoso, con cui lui vuole a tutti i costi riprendere i contatti anche se questo gli sarà purtroppo impedito dagli eventi.”
(Puglia live)
 
“L’autore, abile nel far emergere la fragile psicologia del protagonista, percorrendo a tratti gli astratti vicoli della sua vicenda, tra solidi quesiti e curiose abitudini, propone una vicenda che lascia nello spettatore un misto di incerta soddisfazione: da  un lato, la sconfitta di un sistema criminale, dall’altro l’incerto domani del protagonista, teatrale quanto assolutamente vissuto, interpretato dall’impeccabile Luigi Credendino.
L’Infame è uno spettacolo di lavoro, ricerca e talento puro.”
(Controscena.it)

“Meola ha costruito, su un testo minimale e con pochi elementi, uno spettacolo raffinato in cui ogni gesto ha un senso, è calibrato, volto a costruire immagini che si dispiegano consapevolmente davanti agli occhi. 
L’uso sapiente delle luci, i colori, la direzione, l’intensità, modellano lo spazio che non c’è, evocano fantasmi, dimensioni interiori, come quando il ragazzo si muove in scena con la sua ombra. Non mancano i momenti comici, un tono leggero di fondo, affabulante, un piccolo gioiello che si disperde come fumo nello scrosciare dei tantissimi e meritati applausi.”
(Il Pickwick)

“Credendino disegna con le mani e con il corpo, usando talvolta gli oggetti presenti, delle immagini forti che proiettano ombre sulle pareti grazie al gioco di luci che accompagna le atmosfere e gli stati d’animo differenti che si avvicendano. Intenso e sensibile, l’attore delinea un personaggio profondamente umano, nei gesti, nelle espressioni e nelle intenzioni, coadiuvato e spronato dal lavoro dell’autore-regista.”
(Quarta Parete)
 
“Lavoro corposo ma fruibile a tutte le fasce di un pubblico concentrato sull’abilità del pluripremiato attore Luigi Credendino, capace di mantenere la scena per circa un’ora con un’interpretazione magistrale ed esercitando un fascino umile che non annoia mai lo spettatore. Stravolgente il realismo mai troppo brutale con il quale vengono trattate le tematiche violente appartenenti all’universo della malavita.”
(Movimento IdeeLibere)
 
“Quello di Meola è un testo affatto banale, capace di inaspettate aperture liriche, seppur di una lirica di strada, di una poesia dal basso, ancor più valorizzato dall’eccezionale interpretazione di Credendino che con scatti, mimiche e gestualità riesce a sviluppare una presenza scenica potente, pur essendosi immedesimato in un personaggio palesemente fragile, rendendoci allo stesso tempo impossibile restare indifferenti di fronte alla sua storia.”
(CasertaMusica)
 
Foto di Scena | Marco Ghidelli 2010
Foto di scena | Nina Borrelli 2016