IL SULFAMIDICO

patrocinio AMNESTY INTERNATIONAL Italia
patrocinio Ambasciata Argentina in Italia
 
La disillusione di una generazione orfana dei coetanei argentini.
 
Un ragazzo appassionato di calcio, che scopre a 6 anni di essere allergico ai 'sulfamidici' (antibiotici capaci di procurare reazioni allergiche con stati di semi-incoscienza), conosce per caso in una farmacia, molti anni dopo, un argentino scampato alle torture della dittatura militare che, al sentir nominare i Mondiali di calcio Argentina '78, reagisce dichiarando di essere allergico a quella storia, a quei ricordi, al calcio, addirittura anch'egli ai sulfamidici, nonostante si trovi lì per comperarne egli stesso una confezione.
Un argentino che, al sentir nominare Maradona e Passarella, risponde nominando Jorge Carrascosa, il capitano della nazionale argentina ritiratosi per: "...non essere in nessun modo uno strumento della dittatura militare.".
E così il ragazzo scopre la storia di uno dei genocidii più tollerati nella storia del '900 mondiale e rivive con altro spirito le spensierate nottate passate col padre a seguire le partite dell'Italia ai mondiali del '78.
Mentre l'Italia batteva i padroni di casa con un gol di Bettega smarcato da un tacco di PaoloRossi, nel 1978 in Argentina sparivano decine di migliaia di persone.
Il golpe del 24 Marzo '76 portò al potere la giunta militare guidata dal generale Videla che, trasformate le caserme (e non solo) in camere di tortura, fece scomparire più di 30.000 persone, un'intera generazione 'desaparecida' nello stato sudamericano più ricco di ascendenze italiane.
Il mondo fece abbastanza finta di nulla.
 
Gli antibiotici ‘sulfamidici’ possono causare reazioni allucinatorie, lacrimazione inconsulta, stato di semi-incoscienza, prurito incontrollabile; un modo come un altro di perdere il contatto con la realtà.
 

Virus Teatrali
"IL SULFAMIDICO"
(Argentina '78: calcio, desaparecidos e allergie)

testo | regia | spazio scenico
GIOVANNI MEOLA
con
ENRICO OTTAVIANO

 
costumi
ANNALISA CIARAMELLA
ass.te alla regia
VITTORIA SMALDONE | SERENA RUSSO

 
durata | 55' ca.
debutto | 2008 (Nuovi Sentieri-Teatro Bellini NA)
testo sottoposto a tutela SIAE
 
Lo spettacolo ha collaborato con enti, teatri e scuole per inizative sulla legalità e i diritti umani.

 
estratti Rassegna Stampa
“Il soliloquio col quale Ottaviano interpreta il testo di Meola è una piccola delizia, impreziosito da una regia attenta e creativa. Il tono per niente accademico dell’interpretazione è perciò tanto più ‘naturale’.
Un urlo catartico verso la fine riscatta con sollievo la tragedia davanti alla quale il calcio e i suoi miti scompaiono, divenendo solo un’altra storia all’interno della Storia.”
(la Repubblica)
 
“Lo spettacolo è di forte impatto emotivo e affronta, nell’impianto dell’opera e nella resa attoriale, due notevoli difficoltà, quella comune al teatro civile in genere di offrire una serie di informazioni evitando di scivolare nel didascalico e quella dell’acrobaticità espressiva richiesta all’attore monologante.
Difficoltà che sia il testo che l’interpretazione superano eccellentemente.”
(teatro.org)
 
“Col semplice e brutale racconto di un argentino scampato alle torture, allergico anch’egli come il protagonista della piéce ai sulfamidici, ma ancor più a quella storia, a quei ricordi e al calcio stesso, Meola fa riflettere su come a volte per stupire, colpire e paralizzare il pubblico non serva ‘inventare’ una storia ma semplicemente raccontare la storia, pur reinventandola.”
(Roma)
 
“La pièce, con due nuclei narrativi sovrapposti, fa sì che Ottaviano si immagini, si riveda, si colga di sorpresa, la sua faccia teatrale ora pensierosa ora divertita, ora triste ora impassibile, lui personaggio narratore e lui narrato. Materializza ricordi e una sedia e i pochi oggetti di scena gli bastano a catalizzare l’attenzione fino a un finale asciutto e privo di retorica che invita a riflettere, a non dimenticare.”
(napoli.com)
 
Foto di Scena
Flyer
Foto di scena