MANNAGGIA AL DIAVOLETTO

estratto da | MANNAGGIA AL DIAVOLETTO 
anno di stesura | 2006 e 2009 
personaggi | 8 
 
Le sorelle SARA e SIMONA lasciano andare i rispettivi bimbi, che tornano a giocare e a bisticciare.
 
SARA: (dura) “Tu hai perso la testa da quando hai problemi con tuo marito.”
SIMONA: “Forse ho perso la testa perché mi è capitato il marito sbagliato.”
SARA: “Perché, i mariti càpitano ?”
SIMONA: “Mi rinfacci sempre le stesse cose.”
SARA: “Forse perché tu le ripeti sempre, queste stesse cose.”
SIMONA: “Come se il tuo matrimonio fosse felice…
   Che condanna essere bigotte, vero ?”
SARA: “Io non sono bigotta ! E il mio, è un matrimonio felice.”
SIMONA: “Se lo dici tu.
   Tanto lo so come la pensi: ‘La famiglia è sacra ; nemmeno pensarci, al divorzio’.”
SARA: “Perché non divorzi tu, allora ?”
SIMONA: “Perché in fondo in fondo sono bigotta proprio come te.
   (PAUSA; la fissa. Poi, sarcastica) Tutta in ghingheri per il tuo compleanno: ma per chi ?
   Per il maritino ?”
SARA: “E tu ?”
SIMONA: “Abitudine.”
SARA: “Abitudine ?”
SIMONA: “Secondo me, voi due non scopate più.”
SARA: “Ma che ti rispondo a fare ?”
 
SARA esce portando con sé una brocca. Dopo un attimo, rientra, inviperita.
 
SARA: “Tu lo sapevi che era l’amore della mia vita.”
SIMONA: “Ancora con quella storia ? Era una vita fa !”
SARA: “Ma era la mia vita !”
SIMONA: “Ti sei ripresa bene: tuo marito gli assomiglia come una goccia d’acqua.”
SARA: “Perché l’abbiamo fatto ?”
SIMONA: “Fu l’amore della tua vita a chiederti di fare quella ‘cosa a tre’; lui, noi e quella
   ridicola maschera. Te lo ricordi che io non volevo venire ?”
SARA: “Però poi ci sei venuta.”
SIMONA: “E mi è piaciuto tantissimo.”
SARA: “Ti sei sempre presa quello che era mio.”
SIMONA: “Io non avevo niente, tu eri la numero uno: alta, occhi azzurri, brava a scuola.”
SARA: “A te, poi, sono uscite le tette e da allora non ti sei fatta mancare niente.”
SIMONA: “Fosti tu a lasciarlo: io lo presi con me perché si sentiva in colpa.”
SARA: “Sai perché oggi sei infelice ? Perché hai avuto troppi uomini.”
SIMONA: “E tu sei infelice perché ne hai avuti troppo pochi.”
SARA: (disincantata) “Anche quest’anno vuoi rovinarmi il compleanno.”
 
Rientrano VINCENZO e LUIGI con coca-cola e bicchieri.
LUIGI nota l’arrabbiatura di SARA, che nel frattempo va in cucina, seguita subito dopo da SIMONA.
 
LUIGI: “Tu non puoi capire. Cambia umore ogni cinque minuti.
   Beato te che hai una donna magnifica accanto.”
VINCENZO: “Io ? Veramente ?”
LUIGI: “Farei a cambio con te anche adesso.”
VINCENZO: “Non esagerare.”
LUIGI: “Tua moglie è così dolce.
   Ma come possono essere così diverse due sorelle ?”
VINCENZO: “Ma perché ti sei sposato con lei, allora ?”
LUIGI: “Perché la amavo. E perché era bella.”
VINCENZO: “E lo è ancora.”
LUIGI: “Cognato mio, tua moglie è rimasta incinta di te senza volerlo: è ancora
   femmina dentro. Mia moglie è diventata una madre. Questa è la differenza.”
 
Dietro le quinte